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Tasse e Influencer sono gli argomenti più discussi in assoluto, complici anche alcuni casi di cronaca che vedono coinvolte diverse “star” del web.

Quello che tanti si chiedono è se questa figura professionale sia tenuta a pagare le tasse come qualsiasi altro libero professionista.

La risposta sintetica è “sì”, ma comunque ci sono diversi altri aspetti da conoscere e di cui parleremo in questa nuova guida di approfondimento.

Influencer e Tasse: premesse per una migliore comprensione

Sebbene, in effetti, non ci sia ancora una specifica normativa chiara ed esaustiva, gli Influencer non possono utilizzare ciò come scusa per non pagare le tasse.

Infatti, al di la di cosa fanno e in quale nicchia di mercato operano, grosso modo vengono equiparati a liberi professionisti.

Certo, non ci stiamo riferendo a chi ha un canale – anche monetizzato – con un piccolo “giro” di follower.

Fino a 3000 mila euro annui non c’è alcun obbligo di presentare la dichiarazione dei redditi. Le cose cambiano proprio quando si supera tale soglia.

Quindi, a proposito di Influencer e tasse, quante ne devono pagare? Nei prossimi paragrafi, dunque, risponderemo proprio a questa domanda e a molte altre.

Tuttavia, il nostro consiglio è comunque quello di rivolgerti ad uno specialista, in modo da gestire la tua fiscalità senza commettere errori che, in futuro, potrebbero avere spiacevoli conseguenze.

Tasse e Influencer i diversi regimi fiscali

Qualunque libero professionista fatturi in Italia, oggigiorno può scegliere se adottare i seguenti regimi fiscali:

  1. Regime Standard
  2. Regime Forfettario

Quando parliamo di Influencer e tasse, per tutti coloro che hanno la Partita IVA c’è la possibilità di scegliere tra ben 2 regimi fiscali diversi, proprio come spiegato anche SocialItaliani, il portale di riferimento per tutti coloro che lavorano in tale ambito.

Chiaramente, se c’è questa possibilità di scelta è perché, in effetti, una potrebbe essere molto più conveniente dell’altra.

Detto ciò, come vedremo tra poco, la scelta di una, piuttosto che dell’altra, è dettata anche dall’imponibile.

A tal proposito, bisogna tenere conto del fatto che tutti i compensi percepiti come Influencer “viaggiano” elettronicamente.

Di conseguenza, è impossibile fare una determinata quantità di “nero” per restare al di sotto della soglia di convenienza.

Senza contare il fatto che, oltre all’IRPEF di cui parleremo tra pochissimo, tra le tasse degli Influencer c’è anche l’IVA, qualora venga percepita.

Fatte tutte le opportune precisazioni del caso, vediamo ora nel dettaglio la differenza tra regime standard e regime forfettario.

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1. Regime Standard

Essenzialmente, il regime standard prevedere i seguenti scaglioni:

  • 23% fino a 15mila euro
  • 27% da 15 001 fino a 28mila euro
  • 38% da 28 001 fino a 55mila euro
  • 41% da 55 001 fino a 75mila euro;
  • 43% da 75 001 a salire

Entriamo nel dettaglio delle tasse degli Influencer dando uno sguardo proprio agli scaglioni delle aliquote IRPEF.

Come vedi, dai 55mila euro in su, il peso delle tasse inizia a farsi sentire davvero, visto che si aggira, grosso modo, alla metà dei ricavi.

Senza contare che, con il regime standard, il libero professionista (inclusa la categoria degli Influencer) è tenuto ad anticipare l’IVA per l’anno successivo, calcolata in base al fatturato del precedente.

2. Regime Forfettario

Con il regie forfettario, invece, ci sono i seguenti scaglioni:

  1. 5 % per i primi 5 anni
  2. 15 % dal quinto anno in poi

Chiaramente, in fatto di tasse degli Influencer, il regime fiscale è molto più conveniente rispetto a quello standard, soprattutto nel primo periodo.

Tuttavia, esiste un limite oggettivo che determina proprio la scelta di questo, o dell’altro di cui abbiamo appena parlato.

Infatti, il regime forfettario – noto anche come “Flat Tax” – può essere applicato solo per gli introiti lordi inferiori a 85mila euro annui.

Detto ciò, le aliquote indicate non vanno solo a sostituire l’IRPEF, ma anche l’IVA. Esatto, hai capito perfettamente.

Il libero professionista che adotta il regime forfettario non deve pagare e, di conseguenza, non deve anticipare l’imposta sul valore aggiunto.

Bene, ora che abbiamo un’idea più chiara in merito alle tasse degli Influencer, parliamo anche di cosa succede in caso di evasione e/o mancata dichiarazione.

Tasse e Influencer: cosa succede se non si pagano?

Essenzialmente, non pagare e/o non dichiarare gli introiti al fisco italiano comporta delle sanzioni pecuniarie.

Tuttavia, se l’importo oggetto dell’accertamento da parte delle autorità dovesse superare i 50mila euro, ecco che scatterebbero anche le sanzioni penali.

Di massima, il reato di evasione fiscale è punito con la reclusione che va da 2 a 6 anni, salvo attenuanti ed aggravanti.

Al tempo stesso, secondo il sistema sanzionatorio italiano, le pene che vanno fino a 2 anni vengono, solitamente, sospese.

Non solo, per quelle che arrivano fino ai 4 anni è prevista una depenalizzazione, cioè viene applicata una misura diversa dal carcere.

Ad esempio, arresti domiciliari, obbligo di firma, piuttosto che di dimora e via dicendo.

Quindi, alla fine dei conti, chi non paga le tasse, Influencer inclusi, non rischia poi così grosso nel nostro Paese, a meno che non sia già un criminale incallito.

Di sicuro, si rischia molto, ma molto di meno rispetto ad evadere in paesi come gli Stati Uniti.

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Considerazioni finali sulle Tasse degli Influencer

  • Essendo una professione relativamente “nuova” e il cui svolgimento prevede l’ausilio di sistemi tecnologici resi disponibili solo di recente, vi sono ancora delle perplessità in merito alla fiscalità degli Influencer.
  • Infatti, non esistono delle norme specifiche in materia. Proprio per questo, alcuni di loro hanno avuto delle brutte avventure con il fisco.
  • Quindi, in conclusione gli Influencer pagano tasse? Sì, se i loro compensi superano i 3mila euro annui. In tal caso, è necessario aprire la partita IVA.
  • Dopodiché, bisogna scegliere il regime fiscale da adottare, ossia quello standard, piuttosto che il forfettario.
  • Il primo prevede tutta una serie di scaglioni IRPEF: si va dal 23% dei redditi più bassi, fino al 43% per quelli più alti.
  • Inoltre, il libero professionista che adotta tale regime deve anche anticipare l’IVA dell’anno successivo calcolata su quello già trascorso.
  • Al contrario, con il regime fiscale forfettario, detto anche “Flat Tax”, si paga un’unica percentuale del 5% per i primi 5 anni. Successivamente, questa sale al 15 %.
  • Tuttavia, tieni presente che per adottare il regime fiscale forfettario è fondamentale che i ricavi lordi non superino gli 85mila euro annui.