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Hai aperto da poco la partita IVA e vorresti sapere cos’è e come funziona la Flat Tax? Allora hai proprio trovato la guida che stavi cercando.

Infatti, nei prossimi paragrafi affronteremo gli aspetti più salienti.

Cos’è la Flat Tax?

L’espressione “Flat Tax” potremmo tradurla in italiano con “Tassa Piatta” o, meglio ancora, con “Tassa Fissa”.

Sebbene sia già impiegata da tempo in altri paesi del mondo, per quanto riguarda l’Italia, il primo a metterla “sul piatto” fu Silvio Berlusconi ancora nel lontano 1994.

La prima applicazione pratica della Flat Tax risale al 2004, anno in cui c’è stata l’adozione del IRES, acronimo di “Imposta sul Reddito delle Società”.

Chiaramente, nel corso degli anni ci sono state parecchie modifiche, così come nuove proposte di legge.

Difatti, l’aliquota fissa che oggi tutti conosciamo è nata proprio nel 2018, grazie al primo governo Conte.

A tal proposito, molti ricorderanno Matteo Salvini, capo del partito membro della medesima coalizione e che si speso molto per l’introduzione di tale aliquota.

A tutti gli effetti, però, trattasi dell’estensione del regime forfettario, già attualmente in vigore per tutti i ricavi inferiori ad una certa soglia.

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1. La Flat Tax nel mondo

Nonostante per noi possa sembrare una novità, in realtà la Flat Tax è un sistema già ampiamente utilizzato in altri paesi del Mondo.

Quelli più noti sono:

  • Jersey
  • Groenlandia
  • Bielorussia
  • Romania
  • Ungheria

Detto ciò, la percentuale di questa Flat Tax varia da nazione a nazione, naturalmente.

Si va da un minimo del 5% (come avviene per il Kurdistan iracheno), fino ad un massimo del 20% (come accade per lo stesso Jersey, ma anche per l’Armenia).

Al di là di questi aspetti legati alla fiscalità ciascun singolo Paese, l’idea “di fondo” della Flat Tax è nata a metà degli anni ’50 del secolo scorso, “partorita” dalla mente di Milton Friedman, noto economista statunitense.

Come funziona la Flat Tax in Italia?

In Italia, la Flat Tax viene applicata a tutte le partite IVA che hanno un giro d’affari annuo inferiore agli 85mila euro lordi.

La stessa, prevede 2 scaglioni, che sono:

  • 5% per i primi 5 anni
  • 15 % dal quinto anno in poi

Insomma, un bel risparmio, dal momento che anche il 15% è sempre comunque inferiore all’aliquota IRPEF più bassa.

Ecco perché sono sempre di più le aziende e i liberi professionisti che stanno valutando se farsi applicare tale regime, in modo da ottenere una fiscalità più vantaggiosa.

1. Tassa fissa e regime fiscale standard a confronto

In effetti, la Flat Tax è considerarsi una vera e propria novità, dal momento che, secondo l’ordinamento giuridico italiano, di norma si applica un regime fiscale così detto “progressivo”.

È la stessa Costituzione a sancirlo, più precisamente al secondo comma dell’art. 53.

Cosa vuol dire?

Beh, in sostanza, più alti sono i tuoi introiti, maggiore sarà anche la percentuale di tasse da versare alle casse dello Stato.

Si procede secondo scaglioni ben precisi, che vanno da un minimo del 23% per redditi inferiori ai 15mila euro, salvo, poi, arrivare al 43% per quelli che eccedono i 75mila euro.

Insomma, applicando la Flat Tax ci sarebbe un bel risparmio, visto che, anche lo scaglione del 15%, è sempre e comunque più vantaggioso del più basso del regime standard.

Non a caso, è pure quello più sfruttato dai lavoratori digitali, proprio come spieghiamo nella nostra guida dedicata a Youtuber ed evasione fiscale.

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Pro e Contro della Tassa Fissa

ProContro
✔️ Notevole risparmio per chi è tenuto a pagare tasse sul reddito;❌ Possibile profilo di incostituzionalità, dato che è in palese contrasto con il dispositivo contenuto al secondo comma dell’art. 53 della Costituzione;
✔️ Semplificazione della contabilità e, di conseguenza, meno spese accessorie per il contribuente, visto che anche il commercialista deve essere pagato;❌ Minori entrate per il fisco italiano, calcolate su base contabile nel medio e nel lungo periodo;
✔️ Probabile efficacia contro il lavoro “nero”, dal momento che un’aliquota bassa è, senz’altro, più invogliante rispetto agli scaglioni del regime standard;❌ In Italia si applica solo ai liberi professionisti, mentre i dipendenti sono costretti a sottostare al regime standard;
✔️ Diminuendo il lavoro “sommerso”, la Flat Tax, molto probabilmente, farà aumentare anche il gettito a favore delle casse dello Stato;
✔️ Possibilità di attrarre maggiori investimenti dall’estero;

Considerazioni finali sulla Flat Tax

  • La così detta “Flat Tax” altro non è che una “Tassa Fissa” che si applica indistintamente a chiunque produca reddito mediante una qualsivoglia attività lavorativa.
  • Si tratta di un concetto relativamente recente in macro economia, visto che è stato elaborato solo a metà degli anni ’50 del secolo scorso, dall’accademico americano Milton Friedman.
  • Sebbene in Italia sia, pressoché, una novità, in altre parti del mondo la Flat Tax è già una realtà ben consolidata. Ad esempio, è da sempre applicata in paesi come Jersey, Groenlandia, Bielorussia, Romania e Ungheria.
  • Per quanto riguarda l’Italia, l’attuale Flat Tax è entrata in vigore a partire dal 2018 e, attualmente, prevede solo 2 scaglioni: 5% per i primi 5 anni, salvo poi diventare il 15%.
  • Chiaramente, è piuttosto vantaggiosa per il contribuente, visto che, secondo il regime di tassazione standard, lo scaglione minimo dell’IRPEF è del 23%.