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In questa guida metteremo a confronto lavoratori dipendenti e liberi professionisti in relazione alla loro rispettiva fiscalità.

Insomma, chi paga più tasse? Se posso svolgere la mia attività con entrambi gli inquadramenti, mi conviene lavorare come dipendente, oppure diventare libero professionista con Partita IVA?

Rispondere a queste domande non è facile, quindi non perdiamo tempo prezioso ed entriamo nel vivo del topic.

Il mondo del lavoro dei Dipendenti e dei Liberi Professionisti

Al giorno d’oggi, gli individui possono scegliere se essere lavoratori dipendenti, oppure liberi professionisti.

È vero, compiere la scelta giusta è, senz’altro, il primo passo verso un’attività lavorativa di successo.

Al tempo stesso, però, non vi sono poi così molte differenze in relazione all’energia e al tempo da dedicare alle proprie mansioni.

Non solo, anche sul piano della fiscalità non vi sono poi così molte differenze. Entrambe le figure, infatti, lasciano una cospicua parte dei loro guadagni allo Stato.

Pertanto, non salverai il tuo portafoglio per il solo fatto di scegliere se essere lavoratore dipendente, piuttosto che libero professionista.

Ad ogni modo, questo è un argomento che affronteremo tra poco nel dettaglio, visto che merita tutti gli approfondimenti del caso.

Per il momento, invece, continuiamo ad esaminare le differenze tra lavoratori dipendenti e liberi professionisti.

1. Lavoratore dipendente

Vedendo nel dettaglio le differenze tra lavoratori dipendenti e liberi professionisti, i primi sono, chiaramente, vincolati da un rapporto di subordinazione con il datore di lavoro.

I secondi, invece, possono “muoversi” più liberamente, dal momento che, all’atto pratico, sono “alla pari” con chi somministra loro del lavoro, di qualunque tipologia.

Tornando alle differenze tra lavoratori dipendenti e liberi professionisti, i primi godono di alcuni vantaggi non da poco.

Infatti, possono contare sulle ferie retribuite, così come sulla malattia e/o sugli infortuni. Non solo, è il suo datore di lavoro ad occuparsi della sua fiscalità.

Quindi, all’atto pratico, l’unica cosa a cui deve pensare il lavoratore dipendente è lo svolgere la sua mansione il meglio possibile.

In altre parole, non è tenuto a pensare alla “burocrazia”, come si suol dire, né a presentare la dichiarazione dei redditi (se non in alcuni casi).

Chiariti i principali aspetti legati al lavoratore dipendente, vediamo ora quelli inerenti i liberi professionisti.

2. Libero Professionista

Restando sempre in tema di differenze tra lavoratori dipendenti e liberi professionisti, questi ultimi sono, per l’appunto, molto più “liberi” rispetti ai primi.

Certo, sono comunque tenuti a rispettare le scadenze delle loro commesse. Ovviamente, però, non hanno nessun “cartellino” da timbrare.

Tuttavia, il libero professionista deve anche tenere conto di tutta una serie di aspetti negativi legati proprio al suo inquadramento.

Salvo casi ed eccezioni particolari, questo non ha diritto né alle ferie, né alla malattia. Insomma, se vuole godere di tali diritti, se li deve pagare di tasca sua o, in alternativa, valutare qualche assicurazione privata.

Inoltre, a differenza dei lavoratori dipendenti, i liberi professionisti devono anche provvedere alla fiscalità, delegando tale aspetto ad un commercialista.

Eh già, poco importa che, magari, tu abbia un dottorato di ricerca in economia e commercio. Se sei un libero professionista devi – per forza – pagare qualcuno che si occupi della tua fiscalità.

Lavoratori-Dipendenti-Liberi-Professionisti-fiscalità

Fiscalità dei Lavoratori Dipendenti e dei Liberi Professionisti

Arrivati a questo punto, vien da chiedersi se lavoratori dipendenti e liberi professionisti siano davvero soggetti ad una fiscalità diversa.

Insomma, pagano le stesse tasse in proporzione? Conviene rinunciare a qualche diritto acquisito con fatica (pagamento di ferie e malattia) per avere un po’ di libertà in più, e magari, meno tasse da pagare?

Oppure, conviene lasciare la libera professione per un posto da dipendente (anche ben retribuito), in modo da dire addio allo stress che comporta la burocrazia con annessi e connessi?

Beh, rispondere a queste domande non è poi così semplice, anche perché scegliere di essere lavoratore dipendente, piuttosto che libero professionista dipende dalle proprie caratteristiche personali, skill e attitudine.

Quindi, nei prossimi paragrafi ci limiteremo a vedere quante tasse paga la prima categoria e quante la seconda.

1. Quante tasse paga il Lavoratore Dipendente?

Senza scendere nei particolari che lasciamo volentieri agli esperti del settore, il lavoratore dipendente vede già una decurtazione del 6-7% solo per i contributi INPS.

In parole povere, i soldi che, un giorno, verranno versati come pensione, una volta sopraggiunti i requisiti.

Dopodiché, al lavoratore dipendente viene tolta un’ulteriore percentuale, che può essere del:

  • 23% fino a 15mila euro
  • 27% da 15 001 fino a 28mila euro
  • 38% da 28 001 fino a 55mila euro
  • 41% da 55 001 fino a 75mila euro
  • 43% da 75 001 a salire

Si tratta della quota IRPEF, ossia l’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche.

A tutto ciò, poi, si aggiungono eventuali addizionali e/o regionali, che “pesano” intorno al 2%.

Come già anticipato, il lavoratore dipendente nemmeno li “vede” queste soldi, dal momento che ciò che percepisce in busta paga è il netto.

Senza contare, poi, le tasse indirette. Ad esempio, quelle che ci sono sui carburanti, ogni qualvolta utilizzi la macchina proprio per andare a lavorare.

2. Quante tasse paga il Libero Professionista?

Dopo aver esaminato la fiscalità dei lavoratori dipendenti, passiamo ai liberi professionisti, inclusi i Freelancer e i lavoratori digitali.

A proposito non perderti la nostra guida in cui parliamo di quante tasse paga un Influencer per saperne di più.

Senza dubbio, la situazione è ben più complessa.

Innanzi tutto, bisogna distinguere il regime standard, da quello forfettario. Per quanto concerne il primo, gli scaglioni IRPEF sono i medesimi del lavoratore dipendente.

Ciò che cambia, però, è che è tenuto a pagare delle maggiorazioni che vengono calcolate sull’eccedenza rispetto allo scaglione stesso.

Inoltre, il libero professionista deve pure versare l’IVA che riscuote dal compenso della sua prestazione.

A livello contabile è, in fin dei conti, uno “storno”. Purtroppo, però, qui in Italia il libero professionista è obbligato a versare un anticipo dell’IVA, calcolato su quanto effettivamente versato l’anno prima.

Con il regime forfettario, invece, ci sono solo 2 scaglioni che sostituiscono IVA ed IRPEF. 5% per i primi 5 anni, che in seguito, diventa 15%. Il tutto, però, con un reddito annuale inferiore agli 85mila euro.

Lavoratori-Dipendenti-Liberi-Professionisti-fiscalità-regime-forfettario

Lavoratori Dipendenti e Liberi Professionisti a confronto: conclusioni

  • Per svolgere una professione, è possibile decidere se farlo come lavoratore dipendente o libero professionista.
  • Il primo, chiaramente, è obbligato a sottostare a tutta una serie di vincoli decisi dal suo datore di lavoro. Il secondo, invece, è abbastanza libero di gestirsi come vuole.
  • In relazione alla fiscalità, pagano più tasse i lavoratori dipendenti o i liberi professionisti? In linea di massima, pagano uguale, cambiano solo le modalità.
  • Infatti, il lavoratore dipendente percepisce il netto, visto che i suoi oneri fiscali vengono adempiuti dal datore di lavoro.
  • Invece, il libero professionista è tenuto a fare la dichiarazione dei redditi con cui, tra l’altro, deve anticipare l’IVA per l’anno successivo.
  • Al tempo stesso, però, il libero professionista può contare sul regime forfettario, qualora il reddito lordo annuale non superi gli 85mila euro annui.
  • In tal caso, si paga un’aliquota unica che è del 5 % per i primi 5 anni, salvo poi diventare il 15 %.